Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? 28 Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo…30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura ..Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio»
Matteo 13. 24-30
In merito alle recenti inchieste sulla rete illegale di Hamas in italia ,si prendono le distanze in attesa di giudizi e dei processi, da quello che invece politicamente , non penalmente, e’ sempre stato chiaro sin dall’inizio: chi mi conosce sa qual’è da sempre la mia opinione sulla questione:
Il sostegno e il proselitismo politico e finanziario alla causa palestinese che rischiava e rischia di andare a sostenere anche la lotta terrorista contro i civili, scelta per altro nata storicamente ben prima di Hamas in questi anni ( la stagione di attentati sequestri e dirottamenti palestinesi è iniziata negli anni 70, i kamikaze contro i civili nelle città israeliane negli anni 90 e Gaza a mala pena il mondo sapeva dove fosse)
Nei decenni scorsi , nel visitare quei luoghi, sapendo l’enorme flusso finanziario mondiale che arriva a favore dei palestinesi , molti di noi io per primo, mi sono sempre domandato banalmente, viste certe situazioni precarie non dignitose e di lungo periodo nei campi profughi come fossero utilizzati certi fondi , in larga parte, nelle migliori delle ipotesi, probabilmente a pagare stipendi pubblici , strutture e apparati politici , militari e di sicurezza, poco in benifici reali a sostegno dei bisogni della popolazione. Della corruzione si è sempre parlato, tutti da anni.
A tal punto che ne ho tratto l’opinione e il giudizio personale, politico non giudiziario, che le persone venissero lasciate apposta in quella situazione per fomentare il malcontento e la manovalanza terrorista, cosa peraltro non difficile da fare vista la contemporanea espansione degli insediamenti illegali israeliani e dell’occupazione e poi del muro di separazione, espansione mai interrotasi nemmeno con i governi laburisti e nella vigenza degli accordi di Oslo.
Come se tra le due fazioni oltranziste israeliana e palestinese si fosse stretto un mutuo patto non dichiarato di sabotare ogni tentativo di composizione del conflitto.
I meccanismi spiegati nell’ordinanza dei magistrati italiani sembrano analoghi a quelli di raccolta fondi utilizzati dalle varie fratellanze islamiche per l’afganistan, la siria e l’iraq, non nascono oggi. Quei tipi di raccolta fondi a prescindere dai suoi risvolti e finalità, più o meno legali, hanno sempre unito la solidarietà ( ad esempio a Gaza con Hamas la creazione di un sistema di welfare ) all’appoggio alla cause politiche e militari di quei paesi in guerra. Sono due facce della stessa medaglia
Chi sa e ha contezza di cosa sia la galassia islamista e jihadista radicale che ha pressoche sostituito il laico Al Fatah nella lotta armata contro Israele, non può meravigliarsi come biancaneve di quello che sta emergendo
e poi è la storia ha insegnarci che ad ogni latitudine, dietro ogni conflitto , sopratutto quelli più laceranti, incistati e ormai secolari, dietro a certe forma di esaltazione alla liberazione e alla emancipazione dei popoli , nascosti dagli slogan sulla lotta all’imperialismo e parole d’ordine terzomondiste,
ci sono sempre state storicamente derive settarie e sopratutto ampie zone grigie trasversali e parassitarie che marciano in parallelo ad un sistema legale , ma che prosperavano e prosperano sullo stato di guerra e lavorano per alimentarlo e sostenerlo sine die e sabotare ogni sforzo di pace.
Si tratta di una sconfitta per tutti di cui le macellerie degli ultimi anni , dalle stragi nei kibbutz a gaza, ne rappresentano l’ esito parossistico finale.
Il fatto che , se confermata nei successivi fasi processuali, si sia usata come motivazione la buona fede e la solidarietà e vicinanza a donne e bambini ridotti alla fame e allo stremo dal governo criminale di Netanyahu, è semmai un aggravante, non un attenuante come lasciano intendere invece le dichiarazioni dei soliti noti.
E il fatto che in Italia in tanti non sappiano riconoscere questi fatti, non sappiano dirlo, non sappiano fare distinzioni necessarie, è un indicatore preciso del cortocircuito politico etico e culturale di lettura e narrazione che si è sviluppati in questi anni sulla guerra mediorientale.
Da quando da 25 anni mi occupo professionalmente di questi temi , di cooperazione e politica internazionale, rispetto alla quella tragedia ho sempre combattuto queste derive , distinguendo sempre l’appoggio alle giuste rivendicazioni ed aspirazioni all’indipendenza palestinese, dal totale dissenso sulle forme di lotta terroristica che ritenevo politicamente suicide e controproducenti , in polemica soprattutto contro chi da noi in Italia le giustificava.
Ricordo animate discussioni su questo punto e su questa disincantata valutazione, sia all’interno della mia organizzazione che con esponenti di altre associazioni di solidarietà internazionale, persone per altro splendide oneste e generose , ma rivendico questa posizione allora e la sostengo ora più che mai e purtroppo la storia ci sta dando conferma.
Questo mondo non nasce nel vuoto pneumatico, queste derive sono cresciute dentro un clima politico e culturale alimentato da molti senza le dovute precauzioni, scegliendo una solidarietà emotiva, ideologica, mai accompagnata da verifiche serie.
Si sono legittimati soprattutto in ambienti politici e associativi slogan e figure ambigue pur di non rompere l’allineamento con la piazza, arrivando a giustificare relativizzandolo il terrorismo. Non per ignoranza, ma per subalternità ideologica.
E’ sempre esistita una legittima propaganda di guerra , ma non si può finire con il credere realmente alla propria propaganda
Ma testimoniate e diffuse da realta come Fondazione Gariwo o Neve Shalom Wahat al-Salam Italia, nonostante impietosi venti contrari , in quei territori esistono da tempo coraggiose realta’ binazionali, certo minoritarie, da Combatants for Peace a B’Tselem בצלם a Parents Circle Families Forum منتدى العائلات الثكلى che , pur consapevoli della dissimetria di potere e di forza tra le due parti , sanno che comunque non vi e’ alternativa al confronto e al dialogo e lavorano anche ora con coraggio e osteggiati da molti, per creare le precondizioni per riaprire un realistico processo di pace.
Anzichè farsi strumentalizzare dai predicatori dell’ odio, con omissioni e silenzi anche di fronte all’evidenza, in nome di un malinteso senso di solidarietà politica ad una lotta di liberazione poi degenerata e forse fatta degenerare di proposito, se dall’esterno , dall’italia e dall’europa in questi anni avessimo incoraggiato, sostenuto e finanziato con convinzione queste realtà , oggi sarebbero potuto essere piu forti e forse la storia sarebbe stata un’altra.

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