Passaggio a Sud-Est

Nei 12 anni del pontificato di Papa Francesco , l’asse della geopolitica del Vaticano , e’ sembrato ruotare di 180 gradi, dallo sguardo a nord-ovest a quello verso il Sud e ad Oriente.

Benedetto XVI fu, oltre che teologo , osservatore preoccupato e testimone delle crisi dell’occidente , delle sue debolezze ma anche difensore dell’eredità ed incontro tra umanesimo cristiano e illuminista , del valore delle democrazie liberali, critico del relativismo culturale secolarizzato ma anche lontano da una retorica e una narrazione contro l’Occidente, spronandolo invece ad una assunzione più convinta del proprio orizzonte culturale e valoriale, partendo dalle comuni, sebbene non esclusive, radici ebraico-cristiane.

Francesco è stato voce del sud globale che ha guardato verso oriente con tutto il suo portato e vissuto frutto del cattolicesimo latino-sudamericano, di un “popolarismo” sociale ed economico che non vuole essere giudizio etico, ma categoria del politico, un adesione ad una chiave di lettura della crisi mondiale e di una sua possibile uscita con un cambio di paradigma.

Una lettura delle crisi strutturale internazionale di intuizione profetica nel 2014: “la guerra mondiale a pezzi ” , accompagnato però da una visione distaccata verso il nord del mondo , ritenuto corresponsabile nel aver intrapreso e fomentato le guerre, tiepido verso l’Europa politica , non anti ma a-occidentale , non anti ma a- liberale : una sorta di posizione non allineata, che ricorda i temi della conferenza di Bandung di cui un rinnovato sguardo a favore del sud del mondo ne è stato ideale prolungamento.

In Bergoglio prevale il sentimento di riscatto contro la storica umiliazione di accordi ineguali con il “primo” mondo , portavoce di una sorta di ecumenismo della povertà e dei poveri e dei migranti, l’importanza del valore delle statualità anche se espressione di modelli autoritari, perchè al primo punto viene la Pace e la coesione sociale.

Una visione sostanzialista, molto attenta alla denuncia delle gravi diseguaglianze economico sociale del sistema economico mondiale, meno alle mancanza delle libertà e i diritti civili e politici, al giudizio su altri sistemi e regimi politici, benché anch’essi abbiano generato storicamente , povertà, discriminazioni e fomentato conflitti.

Ma le liberaldemocrazie pure in crisi e travolte dalla globalizzazione e dalla verticalizzazione del potere e del neo-autoritarismo , rimangono ancora oggi , a mio parere, l’unica cornice e contesto di una possibile piena attuazione delle libertà e dei diritti civili, politici e sociali e di tutela di tutte le minoranze nazionali , culturali , di genere o religiose che siano.

In Francesco vi è stata grande attenzione alle narrazioni e alle correnti profonde della storia e delle varie civilizzazioni mondiali : dal populismo russo al confucianesimo, la cui ispirazione totalizzante e di coesione, evoca la comunita’ del cristianesimo antico ( Loris Zanatta cit.)

Inevitabile e naturale attenzione all’Islam seconda religione professata a livello mondiale in molti dei paesi del sud e in oriente al punto dal non sottolineare, forse volutamente, il problema del radicalismo jihadista e la deriva terrorista, mentre ha sempre prevalso un sostanziale silenzio sulla teocrazia in Iran , ma dove vi sarà un cardinale elettore.

Una visione intramondana dove il male è soprattutto il sistema di potere economico finanziario, la ricchezza e l’individualismo proprietario , mentre il bene invece è rappresentato incarnato dal popolo umile, dagli ultimi, dagli oppressi, e quindi dal migrante, figura simbolica attorno alla quale Bergoglio, secondo alcuni, ha eretto una sorta di vera propria teologia,

Eppure nonostante tutto e’ proprio verso l’Occidente che milioni di persone si dirigono, cercando una vita e un destino migliore, ma mentre Ratzinger vedeva una sopravvivenza e ancora un futuro per la Chiesa a nord ovest, sull’asse Roma – Capitali europee – Washington, Bergoglio lo ha visto e lo vede a sud e ad oriente, con l’Africa nel futuro.

Oggi nella distribuzione tra i continenti i cattolici d’Europa pesano quanto l’Africa: sono circa il 20%; l ‘11% sono asiatici , i latinoamericani il 41 %, il nord America il 6%.

Le scelte delle nomine cardinalizie di Papa Francesco hanno tenuto conto e dimostrato la piu grande redistribuzione di potere in un ottica che però ha privilegiato l’Asia più dell’Africa , per una scelta politica, come scrive il vaticanista Piero Schiavazzi.

Perchè il futuro a medio termine della Chiesa era ed è riuscire a posizionarsi e dialogare ad affacciarsi sul Mar Cinese.

Nel 2022 nasce il Regional Comprehensive Economic Partnership, il più ampio accordo di libero scambio e di collaborazione economico che coinvolge 15 Paesi dell’Asia orientale e dell’Oceania, ebbene tutti questi paese hanno un sede cardinalizia e in 12 di questi ognuno oggi ha un cardinale elettore, l’Irlanda e l’Austria europee e cattoliche No. E’ stata una sorta di avvicinamento circolare alla Cina.

Le ultime guerre , prodotto anche dallo scontro tra faglie sismiche di imperi crollati e civilizzazioni diverse, ereditate e mai risolte dalla guerra fredda sulla quale anzi si sono sovrapposte, accelerano la crisi sistemica da lui intuita 10 anni prima, ma paiono travolgere e non affrontabili persino alla diplomazia vaticana.

In Ucraina con discutibili letture delle responsabilità del conflitto che forse ne hanno ristretto lo spazio di una possibile mediazione, anche se nel suo dialogo con i direttori delle riviste dei gesuiti pubblicato su Civiltà Cattolica nel maggio del 2022 vi è una sottolineatura che rimane essenziale cioè ” ragionare su radici e interessi della guerra, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli”

In uno dei suoi ultimi interventi durante i viaggi in Lussemburgo e in Belgio nel settembre del 2024, Bergoglio non parla più di guerra a pezzi ma di conflitto ormai quasi mondiale,

L ’enfasi sugli ultimi, le riforme annunciate: un pontificato profetico di grandi aperture, divisioni , discussioni, riflessi conservatori e questioni irrisolte.

La Chiesa, come il mondo, appare politicamente alla ricerca di un nuovo ordine, un possibile nuovo “katechon” , come scrive San Paolo, che sappia trattenere e impedire l’arrivo del male.

Con un simbolismo dei tempi la scomparsa di Papa Francesco avviene nel Lunedi in Albis , dopo l’ultimo discorso Urbi et Orbi .

Nell’ ottobre del 1978 il settimanale americano Time dedicò al neo eletto Karol Wojtyła, la copertina e l’editoriale “A Foreign Pope ” : a marcare una scelta  dei cardinali che si rivelò poi profetica , con la caduta della potenza sovietica e dei regimi dell’Europa orientale di cui fu protagonista determinante.

Con analogia della storia, come Papa Pio X nel 1914 e Pio XI nel 1939, muore un Pontefice , all’indomani di conflitti mondiali laceranti e incombenti, in un mondo nel quale la sua agenda e visione rimane in eredità di una Chiesa che vuole essere protagoinista nel terzo millennio.

In una delle piu’ gravi crisi geopolitiche e diplomatiche dal 1945, vedremo se le scelte del conclave, terranno anche conto , come allora, di questo drammatico snodo.

Mauro Montalbetti.


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