Berlino – Kyiv

Sei anni fa a Berlino ricordavamo il trentesimo anniversario della caduta del Muro, segnali di nuovi conflitti latenti si stavano già evidenziando, ma tutto si è accelerato con dinamiche di decomposizione internazionali violentissime.


In queste ore l’Ucraina è al buio e al freddo, colpita nelle infrastrutture energetiche, le democrazie appaiono in difficoltà dove assumono peso e influenze movimenti estremisti populisti e razzisti di cui non cogliamo appieno il pericolo, i paesi dell’ est europa si preparano a costruire una nuova e diversa cortina di difesa impauriti dalla Russia che ha già dimostrato, senza muovere un arma, di influenzare le dinamiche politiche di alcuni paesi europei.


A cosa serve ricordare la memoria di guerre e orrori del passato se, quando nuove tragedie si svolgono sotto i nostri occhi, non le riconosci? O fai finta di non vedere, oppure, per pavidità politica e morale, balbetti, non decidi o ti nascondi dietro vuote invocazioni ed esortazioni
Difficile non condividere Macron sul punto: il nostro ruolo qui, non è commentare Trump, sapere se è buono o meno. Difenderà quel che riterrà essere, io penso sbagliando, gli interessi degli americani e del sistema che lo ha eletto.
Ma noi siamo pronti a difendere gli interessi e il futuro destino dell’Europa? Questa è l’unica domanda da porsi : siamo passati dai muri apparentemente invalicabili del secondo novecento al secolo fragile.


Siamo come occidente l’unica cultura ossessionata da un complesso di colpa perenne, che quasi si compiace sempre delle sue colpe e responsabilità storiche che nessuno nega.

Ma quello che non capiamo da dentro e che non ci domandiamo mai e’ cosa pensa di noi il mondo che ci contrasta; se lo facessimo vedremo che prima di tutto le cose che quel mondo ci riconosce, a volte con maggior consapevolezza di noi stessi, e che combatte e che contrasta sono le libertà politiche:
La sempre possibile contestazione del potere e dei poteri, la libertà e il diritto di associarsi, sindacali, di espressione, di opinione, di orientamento, di elettorato, la separazione dei poteri dello stato, l’ articolazione dei corpi intermedi e dei gruppi di interesse, il pluralismo della societa’ civile, un mondo di valori per i quali i popoli attorno a noi si stanno mobilitando mettendo anche a rischio la loro vita, spesso alzando la bandiera europea.

Ma questo avviene mentre da noi, nello stesso tempo, la secessione del popolo dalle sue istituzioni, la concomitante ridislocazione di poteri e organizzazione degli interessi delinea da tempo sotto i nostri occhi i contorni di un possibile nuovo assetto, di una delle possibile via d’uscita dalla crisi posta dai processi di globalizzazione di questi anni, un nuovo tipo di compromesso tra massa e potere, dove alcune delle garanzie del sistema dei diritti che abbiamo sin qui conosciuto, potrebbero arretrare verso inedite forme di autoritarismo


Un rapporto di riassicurazione e di risposta immediata e diretta a bisogni, desideri, pulsioni e paure, dove i tradizionali meccanismi di salvaguardia democratica potrebbero venir sostituiti di fatto dall’agglutinamento del potere in modelli autoritari.
Senza fare apprendisti stregoni evocando scenari di paura ma occorre allo stesso tempo anche non essere ingenui.


Se consideriamo che la democrazia consista solo nel votare ogni quattro anni e fornire infrastrutture ma non prendersi cura delle regole e dei contenuti, le democrazie liberali non avranno un futuro.
Ancora una volta un accelerazione di processi che, come società civile non possiamo controllare, stanno facendo la storia sotto i nostri occhi.

Generazioni si stanno alternando le une alle altre portatrici di vissuti , richieste , speranze, codici da decifrare, insicurezze e tonalità emotive differenti.

Questi anni segneranno la nostra storia, come diceva Ernest Bloch non dobbiamo accontentarci del nostro cattivo presente, ma è dal complesso delle scelte politiche, diplomatiche, di alleanze, di difesa, finanziarie e sociali che le democrazie saranno in grado di mettere in campo oggi che dipenderà se il presente sarà diverso e migliore.


Come ricordavano ieri a Berlino Nie wieder ist jetzt. Mai più è adesso.


Scopri di più da

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento