La linea d’ombra

Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, si va avanti accogliendo la buona e la cattiva sorte , il mutevole destino comune che ha in serbo tante possibilità per chi le merita o , forse, per chi ha fortuna.
Si va avanti. E anche il tempo va avanti; finché dinnanzi a noi si scorge una linea d’ombra che ci avvisa che anche il tempo della gioventù deve essere lasciato alle spalle.
Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino quei momenti di noia, di stanchezza, di insoddisfazione,
momenti precipitosi e di atti avventati….

Joseph Conrad

Sapevamo tutti che, prima o poi, si sarebbe arrivati a questo punto, a questa linea da attraversare, frutto inevitabile e conseguente dello smottamento dell’ordine internazionale e degli equilibri geopolitici provocati dalla guerra in Ucraina e del posizionamento politico e nei fatti di tutti gli stati europei.

Una sfida per le democrazie politiche, gia attraversate da un processo trasformativo profondo, di fronte ad un nuovo inedito rapporto tra masse e politica veicolato anche dalla società digitale , dove i tradizionali meccanismi di salvaguardia e di libertà potrebbero svanire di fronte all’agglutinamento del potere in nuovi modelli autoritari.

E in questo passaggio di fase l’Europa dovrà imparare anche a proteggere se stessa dalla sfide che avrà innanzi.

Prendendo consapevolezza che il male terreno esiste, prendendo consapevolezza quindi della possibile ostilità di altri stati e nazioni , non perché questi siano espressione del Male Assoluto o vogliano la nostra distruzione, ma perché portatori di interessi , desideri di supremazia politiche ed egemonie divergenti

e per questo dovremo fare delle politiche di difesa , militari e di prevenzione e contenimento della violenza una parte fondante della politica estera.

Una sfida inedita, sopratutto per l’italia, dove questi temi sono sempre stati sottaciuti e rimossi per l’ influenza e la presenza maggioritaria e diffusa di ideologie, correnti di pensiero , culture politiche dalla sinistra comunista al cattolicesimo sociale, lontane da questi temi e orientamenti

Un eredità nobile sia chiaro e che sta inevitabilmente provocando discussioni anche laceranti, ma un passaggio inevitabile e ineludibile.

E come sempre nel dibattito pubblico italiano , quando prevale disorientamento e incertezza quando non si ha una fisionomia chiara , quando occorre pensare a quello che sta succedendo repentinamente attorno a te , quando manca il coraggio della politica e di gruppi dirigenti

ci si appella tutti alle piazza salvifica, che e’ salvifica solo nelle intenzioni e che dura l’ espace d’ un matin e il tempo di fare delle foto, la piazza come epifania dello spirito della sinistra , ha scritto qualcuno.

E’ il momento bello e generoso e di speranza ma anche della inconsapevolezza di quanti ( tutti noi ) non abbiamo , non esercitiamo responsabilita’ verso una nazione, la nostra prima delle altre.

Ma chi ha responsabilità e rappresentanza politica non può nascondersi dietro le piazza , chi ha ruolo politici istituzionali, di guidare partiti, nei parlamenti, ha il dovere di indicare proposte e soluzioni, di trattare i cittadini da persone adulte e non limitarsi a strumentalizzare e assecondare le legittime paure e insicurezze della gente.

I neutralisti fanno girare sondaggi a loro favore , ricordo che se Churchill e Roosevelt avessero semplicemente seguito l’orientamento delle loro opinioni pubbliche allora , non sarebbero mai scesi in campo contro Hitler .

Presero una decisione “contro” , ideale e di visione e poi ingaggiarono una battaglia per conquistare il consenso.

Oggi tutto sembra paradossalmente più difficile, non a caso il vero il vero scontro di potere della guerra ibrida in corso, attraverso la disinformatja e le fake news, e’ la costruzione pre-politica del consenso nelle opinioni pubbliche,

in modo da preparare il terreno e l’ orientamento a favore o in sfavore di un fatto, prima che esso accada, siamo a Philip Dick e al suo futuro distopico.

Non a caso si registra nel sentire comune e nelle piazze dei paesi che la guerra non la stanno subendo direttamente, un consenso ad accordarsi con Putin, e sacrificare l’Ucraina come Cecoslovacchia del XXI secolo, come Monaco nel 1938, sostrato consolatorio e rassegnato di un europeismo , simbolico, dei buoni valori e sentimenti ma indisponibile a dure scelte necessarie


E’ la forza ma anche la grande debolezza e tallone d’Achille della democrazia che deve rendere conto ai suoi cittadini della guerra e della pace, rispetto a un regime che non ha scrupoli nel mandare al macello poi di un milione di persone e uccidere e imprigionare e uccidere oppositori e giornalisti

Questi sono momenti, come diceva Max Weber, dove occorre esercitare l’etica della responsabilità , non quello di compiacersi solo delle proprie morali convinzioni personali, o applaudire quelle altrui, tutte nobili.

Attraversiamo momenti storici cruciali dove, a trattati invariati, in europa vanno prese decisioni qui e ora.

Ci siamo arrivati male e tardi ma alle persone bisogna raccontare la verità e la realtà per quello che è , non per quello che vorremmo che fosse.

Il piano presentato a grandi linee dalla Presidente Von der Leyen, per iniziare un processo di sicurezza e di difesa dell’Unione, è sicuramente discutibile e correggibile, ma per migliorarlo bisogna mettersi al tavolo e non chiamarsi fuori 

Al momento l’unico aspetto finanziario più o meno certo del piano sono i 150 miliardi di euro del programma SAFE (Security Action for Europe): si tratta in sostanza di nuovo debito comune che la Commissione emetterà per finanziare eventuali prestiti a lungo termine, a cui gli Stati membri potranno ricorrere per aumentare i loro investimenti nel settore della difesa.

Dovranno farlo coordinandosi tra loro, con commesse e progetti che dovranno essere condivisi da almeno due governi. Questo per evitare che le risorse vengano utilizzate per finanziare programmi concorrenti tra loro o per acquistare dispositivi non compatibili gli uni con gli altri e dunque non utili alla creazione di una vera difesa comune.

Ma bisogna sapere che a trattati invariati la Ue non ha competenze in termini, in materia di difesa territoriale. Non ne ha.

All’ inizio tutto per forza avverra’, se i 27 stati vorranno procedere , attraverso il rafforzamento di sistemi di difesa nazionali

Certo occorre subito proporre un governo , un coordinamento e lavorare alla difesa comune e all’ esercito europeo, ma ci vorrà tempo.

Sapendo che se oggi scoppiasse una crisi sistemica in un paese, le uniche forze disponibili sarebbero un contingente di 4000/5000 uomini destinato esclusivamente a missione di peacekeeping e peace enforcement, nient’altro.

Davanti a questo scenario non capisco come il tema della difesa e della deterrenza di una nazione (di un’alleanza, di un’unione) sia un tema che divide anzichè essere unificante e trasversale agli schieramenti di una democrazia.

A guardarlo senza pregiudizi da parte di chiunque , dovrebbe essere uno dei prerequisiti della stessa esistenza di un Paese libero, democratico, dotato di una Costituzione, di principi, valori per la quale i nostri partigiani hanno combattuto in guerra con le armi sacrificando le loro vite 80 anni fa.

Nessuno Stato , nessuna organizzazione internazionale fino all’Onu, ha mai pensato o sognato di far rispettare i principi del proprio diritto interno e internazionale , senza utilizzare anche le forze armate. Per questo motivo tutte le nazioni hanno una loro difesa.

Rinunciare a difendersi o appaltare totalmente a terzi la propria difesa, comunque si voglia chiamare il Piano , significa: diventare irrilevanti e ritrovarsi inermi verso una possibile , non certa ma possibile, minaccia ostile esterna di qualsiasi tipo.

e l’onestà impone di dire che la UE non intende aggredire nessuno, né militarmente né in altro modo. La deriva “bellicista” dell’Europa esiste solo nella testa di chi la evoca in maniera demagogica, facendo un processo alle intenzioni

il punto di svolta e’ che – nel momento in cui gli Usa hanno ribadito la loro intenzione di disimpegnarsi o ridurre fortemente lo strumento Nato – dobbiamo costruire uno strumento di difesa e di deterrenza autonomo.

Non vi è nessun tradimento dei valori europei. L’ art 28 dello trattato di Lisbona, la base giuridica della Ue, prevede che la Ue in materia di difesa e sicurezza disponga di una capacita’ operativa ricorrendo a mezzi civili e militari, compiti cui esecuzione si basa sulla capacita fornite dagli stati membri.

L’ ultimo segretario del Partito Popolare Pier Luigi Castagnetti ricordava che ” il Vangelo inequivocabile nella condanna della violenza e della guerra, non solo riconosce il diritto alla difesa, ma soprattutto non libera quei credenti che assumono responsabilità politiche dal dovere di trovare soluzioni possibili e concrete di fronte alle sfide della realtà”.

Aldo Moro di cui ricorreva ieri l’anniversario del rapimento – conclude Castagnetti – ha scritto pagine luminose per spiegare la responsabilità dei laici nel coniugare i valori della tradizione cristiana con il principio di realtà, sapendo che quei valori così declinati possono subire non un tradimento, ma una formulazione originale, comprensibile e accettabile”.

Diventare adulti , politicamente, superare la linea d’ombra significa anche dover affrontare accadimenti nella storia che mai avremmo voluto affrontare e decisioni che mai avremmo voluto prendere.

Questo e’ il crinale drammatico che dovremo superare, tutti insieme.

Solo l’Europa potrà proteggere, curare e salvare se stessa

Mauro Montalbetti


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