CHE NON SIA L’ANNO ZERO
Cade un altra dittatura storica nel mondo arabo , termine il potere dispotico e violento di un clan familiare durato mezzo secolo, l’asse nero russia -iran -hezbollah- siria, apparentemente in frantumi e si metteranno a trattare.
Putin non rinuncerà facilmente alla base navale di Tartous e quella aerea di Latakia….i suoi punti strategici nel mediterraneo
Se sarà una transizione verso la pacificazione, l’inclusione e la democrazia , come affermano i leaders delle forze jiahdiste, è da vedere,
I precedenti di Afghanistan , Libia e Iraq , i regolamenti di conti, l’anno zero della storia, l’ effetto domino che ne sono seguiti , non sono certo un precedente rassicurante, sulla Siria poi domina lo spettro diabolico del ritorno dell’ISIS.
Anche in passato abbiamo visto molte volte cadere le statue dei tiranni, la gente in festa per le strade ma il dopo e’ stato egualmente violento.
L’intero paese, la sua unità politica, dopo le guerra civile e l’isis , è di fatto già divisa e pesantemente influenzata da tutte le potenze regionali vicine che sono interessata a continuare a giocare la loro partita. Divide et Impera.
Seguendo i flussi dei finanziatori delle milizie, “follow the money”, la strada porta dritto in Qatar, come sempre, e in Turchia.
Vedremo come si muoverà il cinico gioco delle alleanze, avanzano repentini i sommovimenti e le mosse nel disordine mondiale che precedono l’insediamento della nuova presidenza Usa.
Le monarchie del golfo e in genere i sunniti sempre silenti a partire dal dramma palestinese.
Continua la destrutturazione statuale e dei quadranti del vecchio medio oriente nata dalla guerra americana in Iraq del 2004 , alla quale Netanyahu, cogliendo l’opportunità offertagli dal massacro di Hamas il 7 Ottobre, ha impresso con spregiudicatezza una accelerazione violentissima , puntando e provocando verso lo scontro finale con l’Iran e i suoi proxy, anche se -come ha scritto saggiamente Thomas Friedman- le parole più pericolose da pronunciare in medio oriente sono ” una volta per sempre “.
Lasciamo però che almeno in questi giorni il popolo siriano in patria e all’estero si sente liberato dalla dittatura e speri in un futuro di pace , “horrya” e ” karama”, dignità e libertà.

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