La drammatica lezione della storia è che è tornata la politica piu’ aspra e dura : gli stati, gli apparati, le strutture militari e di comando con il demon che li caratterizza ;
lo spazio del politico e’ spazio di soggetti in conflitto, in lotta per il potere , l’espansione territoriale , la volontà di potenza che è propria degli spazi politici e dei grandi imperi od ex imperi e i loro alleati , le potenze regionali, la conquista di egemonie rivendicate o perdute, sangue e suolo, revanscismi nazionalisti, sicurezza, autodifesa.
Gli esiti o le tregue saranno determinati dagli equilibri e dai rapporti di forza e di conquista o riconquista che si saranno determinati sul terreno;
E questo è un momento pericolosissimo , lo si vede dagli eventi di questi giorni, perchè il solo fatto di percepire che potrebbero esserci un qualche esito a breve , rafforza le offensive ulteriormente sanguinose e violente, solo per rafforzare le posizioni da portare ad una futuribile trattativa.
la guerra la vince il piu forte e non e’ detto sia il più giusto e la pace, quando ci sarà , non sarà mai quella giusta ma quella possibile nelle condizioni date, cercando almeno che non sia ambigua e senza umiliare lo sconfitto altrimenti, come la prima guerra mondiale , preparera’ solo il terreno al prossimo conflitto.
Ma qui non siamo alla pace., parola troppo grande da usare ora, siamo al momento di capire se si possono creare le pre- condizioni perchè vi siano delle tregue.
Se In Ucraina si aprisse una prospettiva congelando la linea del fronte che e’ sostanzialmente ferma da un anno, Kiyv potrebbe rivendicare di aver fermato putin che voleva la sua distruzione e capitolazione e potrà consolidare la democrazia nella parte più ampia del suo paese, ottenendo garanzie nella Ue e nel dispositivo Nato.
Se il fronte palestinese egemonizzato da Hamas (che peraltro gli stati arabi non stanno sostenendo affatto )non accetta lo situazione che si è eterminata a Gaza, Israele ( con un opposizione ampia ma insufficente a rovesciare Netanyahu ) andra’ avanti lo stesso e si accordera’ con Trump ( e con i sauditi?) su come e quando fermarsi
Quindi cosa serviva arrivare a tutti questi morti?quando i punti sulle mappe e sul fronte, il quadro generale , le proposte di tregua erano chiare? cosa bisognava aspettare?
La guerra mette a nudo la verita’ degli uomini e la deforma .
Rileggendo Franco Fornari e la psicoanalisi della guerra, forse la risposta la troviamo nell’ idea ancestrale del sacrificio fine a se stesso.
Le persone , combattenti o meno , come massa di manovra da utilizzare sul campo, la mistica della resistenza e del martirio religioso da una parte e l’ aurea del soldato dell’ esercito vindice una volta per tutte dall’altra
Quasi che, a confini geopolitici invariati, il numero dei morti sia ciò che conta da rivendicare e da mettere sul tavolo della trattativa.
Thomas Friedman sul New York Times già un anno fa diceva che le parole piu pericolose che si pronunciano in Medio Oriente sono quando si pensa di risolvere le cose ” una volta per sempre”.
Si poteva cambiare prima paradigma e punti di riferimento? usare realismo e consapevolezza nella valutazione delle prospettive e dei rapporti di forza?
Perche’ un conto è la propaganda ed un conto e’ finire con il credere realmente alla propria propaganda, perche’ poi il risveglio potrebbe essere peggio dell’ incubo.
Non saranno le supplici e le preghiere a fermare il fuoco , non seguiamo gli apprendisti stregoni, i socialmedia e quanti per ottusità, paranoia o deriva ideologica, lontano dal fronte di guerra, chiedono di proseguire la lotta nei cortei e sul web
Accettare le tregue, se vi sono in tal senso realistiche ipotesi in campo, altrimenti alla fine qualcuno verra’ lasciato solo e la storia si compirà secondo la forza e il destino.

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